L’arte e la pandemia: cosa è successo?

L’arte e la pandemia: cosa è successo?

L’arte e la pandemia: cosa è successo nel mercato dell’arte negli ultimi anni?

Non possiamo negare che dal 2020 l’arrivo della pandemia abbia avuto il suo pesante impatto anche sul il mondo dell’arte; tutti abbiamo assistito al dramma di musei e mostre che si sono trovati costretti a chiudere al pubblico, privando gli spettatori dell’arte e del suo primo scopo: essere vissuta, goduta e fruita.

Ma non sono stati solo i musei e le esposizioni a dover chiudere, bensì anche le fiere, i mercati e le aste. Non per questo però l’arte è stata messa da parte, né dagli spettatori né tanto meno da coloro che questo mondo lo gestiscono e che nell’arte, oltre che un piacere, vedono anche una risorsa e un profitto.

Lockdown: problema o risorsa?

Possiamo dire infatti che l’inconvenienza creata dalla pandemia e dal lockdown si è trasformata in risorsa per questo settore che non ha perso tempo a trovare una soluzione al problema, andando finalmente incontro ad una digitalizzazione che era necessaria da ormai diverso tempo.  La ridotta o assente possibilità di fruire l’arte dal vivo ha rappresentato infatti l’elemento più critico per il mondo dell’arte, che ha però portato a studiare velocemente nuove formule per superare l’emergenza.


Questo incremento della digitalizzazione del settore artistico culturale si è quindi manifestato attraverso iniziative e strategie di comunicazione digitale.
È così infatti che i musei si sono ingegnati con mostre virtuali, grazie alle quali il pubblico ha continuato a poter ammirare, se pur attraverso uno schermo, capolavori e opere altrimenti negati. 

arte pandemia
Il creativo Riccardo Pirrone e il grafico Simone Putignano hanno ha realizzato, in tempo di pandemia, una serie di opere rimaneggiando alcuni dei dipinti più celebri della storia dell’arte, “svuotandoli” dei loro personaggi e dando loro una visione più che contemporanea. 

La rivoluzione dell’arte durante la pandemia

Il mercato dell’arte non è stato da meno: le piattaforme online per acquirenti e investitori, già esistenti ma poco considerate, sono diventate le nuove vetrine di vendita. Allo stesso modo, fiere, mercati e i vari luoghi di commercio dell’arte sono stati riproposti in versione digitale.

Il passaggio alla digitalizzazione ha anche portato ad un avvicinamento dell’arte al grande pubblico. Questo settore infatti continuava ad essere comunque molto legato ad un ambiente elitario che conservava un atteggiamento snob e decadente nei confronti di questo passatempo. 

Grazie alla pandemia invece musei, spazi espositivi, artisti, giornali, ma soprattutto gallerie, piattaforme e fiere si sono rivolti rivolti ad una platea più ampia. Hanno cercato di abbracciare una fetta quanto più grande possibile di pubblico, riportandoci ad un’arte per tutti, anche quando si parla di acquisti o investimenti.

Nonostante la crisi, infatti, l’interesse per questo settore ha continuato ad esistere e, in base a vendite e investimenti, si è dimostrato che l’arte durante la pandemia non ha perso appeal.

investire in arte durante pandemia

Come è cambiato l’acquisto di Opere d’Arte

Quello che rileviamo è invece un interessante cambiamento delle modalità di acquisto. Le vendite online hanno raddoppiato il loro valore rispetto al 2019, raggiungendo un record di 12,4 miliardi di dollari. In poche parole il passaggio alle piattaforme online ha permesso gli acquisti, una maggiore trasparenza e ha rafforzato il mercato.

Abbiamo visto anche un curioso cambiamento di target. I collezionisti di nuova generazione sembrano essere in maggioranza giovani donne, con una predilezione per il canale di acquisto via Instagram. Resta comunque ancora un’altissima tendenza a frequentare Fiere e Gallerie. Anche questo è stato un passo significativo per spazzare via l’idea stantia che questo tipo di mercato si portava dietro.   

Inutile negare che si è comunque verificato un inevitabile calo dei fatturati, riscontrato in particolar modo nel primo semestre del 2020. Si sono verificati cali sia del valore che del volume delle vendite per rivenditori e case d’asta. Per contro, invece, l’interesse nel collezionismo ha dimostrato profonda continuità, definendo il futuro di questa industria.  

L’arte e la pandemia in Italia

Per quanto riguarda il mercato italiano, gli investitori hanno mostrato di interpretare il mercato dell’arte per il ritorno atteso sull’investimento. Questo è in controtendenza rispetto alla maggior parte dei mercati che vede l’arte come metodo per diversificare i portafogli. Tuttavia, il 61% dei collezionisti si dice ottimista nei confronti del mercato dell’arte in Italia nei prossimi 6 mesi.

L’era del Covid, nonostante le sue drammatiche conseguenze, ha permesso di dimostrare l’incredibile resilienza del commercio d’arte. Abbiamo visto che l’arte non è qualcosa di superfluo, ma anzi uno strumento necessario per alzare lo sguardo di fronte alle difficoltà e per trovare conforto e sollievo… E perché no, anche un senso, ai momenti più duri e controversi dell’esistenza umana.

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