L’evoluzione del mercato dell’arte e le sue dinamiche

L’evoluzione del mercato dell’arte e le sue dinamiche

La domanda del mercato non si arresta da migliaia di anni

Da sempre le opere d’arte, oltre ad essere considerate oggetti di interesse storico e culturale, sono state investite di un valore economico, in parte per sottolinearne il prestigio e il valore artistico; col passare del tempo però questo aspetto ha sempre più aumentato la sua rilevanza

Quello dell’arte è un mercato redditizio e infatti recentemente l’investimento nell’arte contemporanea ha visto un notevole incremento: negli ultimi anni, il giro d’affari di questo particolare mercato è raddoppiato a livello mondiale, passando da 35,9 miliardi di euro nel 2005, a 63,8 miliardi di euro, crescendo del 45% in termini di valore. 

Ma l’acquisto di opere, il collezionismo e quindi l’investimento in arte è sempre esistito, pensiamo ad esempio alla famiglia De Medici, ricchi mecenati del rinascimento che hanno accumulato un vero e proprio patrimonio artistico acquistando opere di artisti contemporanei per la loro collezione. Certo, probabilmente gli interessi dei De Medici non erano di tipo economico bensì culturale, l’investimento in arte infatti non è solo una manovra finanziaria speculativa fine a sé stessa, ma anzi, investire in questo settore significa porre l’attenzione verso un bene di interesse culturale ed estetico, che va oltre l’aspetto prettamente economico.

Nel tempo però il rapporto tra l’arte e il mercato è considerevolmente mutato; l’esposizione di Parigi del Salon des refusés, voluta da Napoleone III nel 1863 e nella quale vennero esibite le opere di artisti che erano stati rifiutati dall’accademia, fu l’evento che creò le basi per un’indipendenza dell’arte dai sistemi istituzionali che decidevano della carriera degli artisti, decretane il loro valore.

Fu poi negli anni 40, a New York, in seguito alla crisi economica, che nacque un mercato dell’arte con tutte le connotazioni moderne, presentandosi come un investimento solido e stabile, libero dal mercato internazionale e qualificato come bene rifugio.

La storia si è poi ripetuta nel 2008, con la crisi economica europea, anno nel quale il commercio nell’arte ha ripreso il suo successo, chiamando a sé collezionisti, compratori e investitori e risvegliando l’interesse in un pubblico sempre più vasto.

Il tempo infatti ha dimostrato come le opere d’arte moderna abbiano continuato ad accrescere il proprio valore, senza subire mai flessioni in negativo; artisti storici come Kandinsky, Klee, Mirò, Matisse ecc, hanno fatto registrare una crescita costante, con una media del 10% ogni anno (ad esempio il valore dei multipli di Picasso, come le incisioni e le linoleografie, è cresciuto del 200% tra il 2000 e il 2015).

Inoltre un’opera dell’epoca moderna ha delle basi economiche inopinabili per tutto il valore intrinseco estetico e culturale decretato da intellettuali, esperti e critici.

Per quanto riguarda l’arte contemporanea, le dinamiche di mercato sono differenti, trattandosi di opere di artisti viventi e in attività, e quindi in continua crescita. Non per questo l’investimento risulta meno interessante, anzi, il vantaggio di investire in artisti contemporanei giovani è praticamente chiunque si può permettere di entrare a far parte in questo mercato senza dover per forza disporre di grandissimi capitali che sarebbero altrimenti necessari per acquistare opere dei grandi maestri o di artisti storicizzati. 

In compenso, investire in un artista in attività ha certamente una garanzia di profitto, perché inevitabilmente il valore dell’artista attivo e del suo valore è destinato a crescere.

Un’altra differenza del mercato dell’arte contemporanea sta nel fatto che oggigiorno la consacrazione di una artista non avviene più in seguito alla critica o al giudizio di esperti che di conseguenza determinano il suo valore di mercato, bensì avviene l’inverso: oggi è il mercato a influenzare il mondo istituzionale o le valutazioni dello storico, non esiste infatti artista contemporaneo che non sia stato consacrato dal mercato; è quindi lo stesso acquirente a determinare il valore all’opera e all’artista, permettendogli di crescere sulla base della sua quotazione.

L’investimento in arte è un’operazione finanziaria certamente vantaggiosa, stimolante e arricchente, ma soprattutto segue delle regole proprie che sono slegate da qualsiasi altro mercato, in maniera favorevole.

L’arte contemporanea costituisce attualmente un’ampia fetta del mercato economico globale, che è tra i più vivi e prosperosi e che è indubbiamente destinato ad una continua espansione.

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