Poignant Beauty

“Ho smesso di contare le volte in cui, arrivata alla seconda riga, ho cancellato e riscritto tutto nuovamente. Cercavo un inizio ad effetto, qualcosa di poetico e vero allo stesso tempo, qualcosa di grandioso, ma agli occhi. Non ci sono riuscita. Poi ho capito, ricordando ciò che non avevo mai saputo: che per i grandi cuori che muoiono nel corpo ma che continuano a battere nel respiro della notte, non ci sono canoni o bellezze regolari, armonie esteriori, ma tuoni e temporali devastanti che portano ad illuminare un fiore, nascosto, di struggente bellezza”. Da queste parole di Frida Kahlo, Da Lozzo di ispira per raccontare di quella bellezza che suscita commozione e che è difficile da esprime, rendendole giustizia.
Una donna in abiti eleganti e dai profili delicati gioca con elementi preziosi, fili di perle che scendono sulle gambe, il movimento del corpo in torsione, il volto mascherato che sfugge allo spettatore.
Qui la bellezza è vestita di abiti neri, crea fascino e turbamento, non si affida a nessun canone e si esprime per quello che è, scuotendo l’animo.